Ovviamente, sarebbe seguito a ruota libera da un "...una principessa (di nome, ma non di fatto) che aveva più libri che paia di mutande.".
Che bel modo di presentarsi, eh? Purtroppo e per fortuna, però, è il modo più sintetico che ho trovato per descrivermi.
Immagino che vi starete chiedendo chi sia questa ragazza (ve l'avevo detto che sono una ragazza?!) che sta interloquendo con voi implicitamente attraverso una pagina virtuale di blog...e se non ve lo state chiedendo, be', io ve lo dico lo stesso!
Per convenienza, chiamatemi Harper. Sono una giovane donna di 23 anni che vive in un ridente paesino del Nord Italia, con una passione sconfinata per tre cose in particolare: i French Bouledogue, quelle simpatiche pseudo-pizzette che il mio ragazzo vende per lavoro. E la lettura.
Potete togliermi tutto, ma non toccatemi i libri. Rubatemi il pc, distruggetemi il telefonino, scaraventatemi la televisione fuori dalla finestra...ma non privatemi MAI e ripeto MAI delle mie meraviglie cartacee.
Ricordo quasi fosse successo ieri, la prima volta che sono venuta a contatto con quello che i miei nonni chiamavano "libri". Avevo la bellezza di quattro anni ed ero uno spettacolo di bambina, tutta capelli rossi e lentiggini. Sono sempre stata parecchio strana, solitaria e leggermente xenofoba tanto che, nemmeno a quell'età, riuscivo a tenermi un amico per più di quarantottore.
Mio nonno, un uomo bellissimo e costantemente abbronzato anche in inverno, un giorno mi si avvicinò e mi mise tra le mani un piccolo libretto. Saranno state venti pagine in tutto.
Col suo accento sardo e il nasone schiacciato da un pugno maldestro preso durante un incontro di boxe, si chinò verso di me e disse.
"Scrivere e leggere, sono un diritto di tutti. Ma ricorda, picciridda, solo chi ha il cuore grande sa scrivere e leggere davvero."
All'inizio non capivo cosa stesse dicendo e confesso che mi ci sono voluti quasi dieci anni per rendermi conto del dono meraviglioso che mi stava facendo. Mio nonno, il mio amatissimo nonno, a causa di vari interventi, aveva il cuore ridotto alle dimensioni di quelle dell'organo cardiaco di un bambino, ma il suo cuore era uno dei più grandi che ho mai conosciuto in vita mia.
Da quel giorno, appunto, ho capito che i libri, le pagine stampate e che si ingiallivano piano piano col tempo, sarebbero stati gli amici che non avevo, i genitori che mi avrebbero coccolato, i treni che mi avrebbero fatto viaggiare pur stando ferma.
Oh, quanti posti ho visitato grazie ai libri. Quante fantastiche persone ho conosciuto, quanti gli amori vissuti. Nemmeno le delusioni sono mancate, ma le scottature che lasciano i libri sono invisibili, non come nella realtà.
Nei libri ho ritrovato un mondo, un'utopia che cambia a seconda del titolo, che muta in base all'umore dei protagonisti, che non si stanca di girare di mondo in mondo attraverso il semplice volteggiare di una penna.
Nei libri ho scoperto una vita che tutti possiamo avere il diritto di reclamare ed è per questo, miei cari lettori, che oggi sono qui, ad iniziare questo blog, per parlarvi come parlerei ad un amico, e raccontarvi di tutti quei libri che ho amato, quei libri che amo ancora adesso e quei libri che non ho ancora amato, sperando, col semplice uso delle parole, di farli amare anche a tutti voi.
H.